Si è svolta domenica 30 giugno a Bologna la giornata dei migranti. In una lunga discussione sono stati affrontati i problemi contro cui donne e uomini migranti lottano ogni giorno: lo sfruttamento e le condizioni di lavoro nelle cooperative e non solo; le differenze imposte per legge tra i migranti e tutti gli altri e il razzismo che colpisce i migranti dentro e fuori i posti di lavoro; il permesso di soggiorno, sempre più caro e difficile da mantenere e impossibile da ottenere a causa del legame tra permesso e lavoro; le truffe di Stato come la sanatoria; la discrezionalità amministrativa delle Questure e delle Prefetture; la condizione delle nuove generazioni in movimento, cherifiutano di essere catalogate in base ai documenti che hanno in tasca.
I migranti portano avanti da mesi una lotta che, senza chiedere il permesso, passa dai posti di lavoro e si riversa nelle piazze contro lo sfruttamento dei padroni e contro il razzismo istituzionale dello Stato: dagli scioperi nel settore della logistica, alla piazza del 23 marzo a Bologna, fino alla mobilitazione a Brescia di queste settimane. Queste lotte sono state capaci di rovesciare una situazione dove, a causa della precarietà e della crisi, sembrava impossibile agire contro lo sfruttamento. Hanno fatto vedere che i migranti non accettano il ricatto del permesso di soggiorno e non sono disposti a tornare indietro. A chi propone solo piccoli miglioramenti e nuovi ostacoli, i migranti rispondono che non accettano altre prese in giro. Il percorso del Coordinamento Migranti è uno spazio politico e di organizzazione dove tutto questo può e deve stare insieme: così è stato domenica 30 giugno.
Molti dei presenti avevano partecipato, il giorno prima, ai picchetti che hanno bloccato la Granarolo per otto ore contro i licenziamenti arbitrari che li hanno colpiti. Il Coordinamento Migranti, insieme ai licenziati della Granarolo presenti, ha denunciato con forza il fatto che a causa del legame tra permesso e lavoro, perdere il lavoro comporta il rischio di perdere anche il permesso di soggiorno. Di questo si è parlato a lungo, giungendo a due conclusioni: la prima, è la riconferma dell’appoggio alle iniziative di lotta a favore della reintegra di questi lavoratori; la seconda è la volontà di affrontare il problema politico del permesso di soggiorno, che si manifesta qui in tutta la sua durezza.
L’assemblea ha espresso anche il proprio appoggio alla lotta contro la truffa della sanatoria che si è avviata in queste settimane a Brescia, raccontata da alcuni dei protagonisti di Cross-Point presenti in assemblea. Anche a Brescia, dopo aver partecipato alla manifestazione del 23 marzo e alle assemblee organizzate in questi mesi, la lotta dei migranti senza chiedere il permesso cresce e si allarga. Anche questa lotta, che ha come punto centrale l’ennesima truffa a danno dei migranti e il comportamento razzista della Questura e della Prefettura locali, fa parte di una lotta più generale contro il ricatto del permesso di soggiorno che è insieme contro lo sfruttamento e contro la Bossi-Fini.
In serata si è svolto il live del Laboratorio hip-hop On The Move, che da anni attraversa le piazze dei migranti e ha presentato l’album autoprodotto C.R.I.S.I. Le nuove generazioni in movimento reclamano la cittadinanza, ma rifiutano i limiti imposti dalle regole, perché le cose cambiano e ciò che vogliamo (in movimento) ce lo andiamo a prendere.
L’assemblea si è conclusa confermando l’obiettivo di unire tutte queste lotte in una nuova manifestazione il prossimo autunno, per farci sentire e dire quello che vogliamo!