Che cosa abbiamo, che cosa ci manca ancora, che cosa vogliamo fare

CI VEDIAMO IL 30 GIUGNO DALLE ORE 16 A BOLOGNA (mappa)

PERCHE’?

Domenica 9 giugno, il Coordinamento Migranti si è riunito a Bologna per discutere che cosa abbiamo, che cosa ci manca e quello che vogliamo fare. Dopo la manifestazione dello scorso 23 marzo, quando siamo scesi in piazza urlando basta sfruttamento e basta Bossi-Fini, molti migranti si chiedono che cosa abbiamo ottenuto, quali risposte ci sono state. Nulla sembra essere cambiato: l’obbligo di avere un contratto di lavoro per rinnovare il permesso di soggiorno, e con questo tutte le scadenze, i pagamenti e i problemi che ne scaturiscono dentro e fuori i luoghi di lavoro, pretende ancora di decidere sulle nostre vite. Noi sappiamo che una manifestazione e uno sciopero non bastano per rovesciare il regime di ricatto e sfruttamento che pesa sul lavoro migrante in questo paese. Ma la domanda è comprensibile, perché la situazione è difficile e c’è bisogno di risultati. Non abbiamo ottenuto risultati immediati, ma sapevamo che non sarebbe stato possibile.

Abbiamo però ottenuto che, facendo sentire la nostra voce pubblicamente, migliaia di migranti abbiano avvertito il comune, lo Stato e il padrone della loro forza. Abbiamo conquistato l’uscita dal silenzio e dalla paura. Abbiamo convinto centinaia di uomini e donne a uscire da una vita fatta di casa, lavoro e supermercato. Abbiamo dimostrato che i migranti non lavorano solo nei magazzini, nelle fabbriche, nelle case, nei negozi. Abbiamo dimostrato che hanno anche il coraggio di combattere per migliorare la loro condizione.  

Che cosa ci manca ancora? Ci mancano prima di tutto i molti, moltissimi migranti che ancora non partecipano alle nostre lotte. Abbiamo bisogno di parlare ai migranti che non si trovano insieme nei magazzini o nelle fabbriche, ma che lavorano nelle pulizie degli uffici, delle scuole e degli ospedali, nell’assistenza sanitaria e domestica, nell’agricoltura. Ci mancano anche le lavoratrici e i lavoratori che hanno la cittadinanza, ma che saranno sempre più deboli e sfruttati se i migranti non saranno liberi dal ricatto del permesso di soggiorno. Soprattutto, non costruiremo un forte movimento se non riusciremo a coinvolgere le donne. Dobbiamo allora riuscire a costruire una comunicazione politica ampia e continua che riesca a far arrivare la nostra voce in tutte le città.  

Questo è quello che ci manca e quello che faremo nella forte convinzione politica che i migranti sono la grande novità politica dentro le lotte che stanno attraversando l’Italia e non solo. Il protagonismo dei migranti è il segno positivo di una classe operaia in movimento contro i confini che gli Stati e il capitale pretendono di imporre con diverse e sempre nuove leggi, contratti e salari al ribasso. Questo è quello che non hanno capito quanti dicono di volere migliorare la situazione dei migranti, ma non sostengono le loro lotte, i loro scioperi e le loro mobilitazioni dentro e fuori i luoghi di lavoro. Per questo, abbiamo portato il Coordinamento a Brescia, Ravenna e Milano, dove abbiamo fatto una grande assemblea. Per questo lo porteremoassemblea30 nei prossimi mesi in altre città, per coinvolgere altri migranti. Soltanto in questo modo, insieme a tutti questi migranti, riusciremo a ottenere in primo luogo due cose: abolire la condanna del permesso di soggiorno e smettere di pagare centinaia di euro ogni volta che deve essere rinnovato.  Per questo organizzeremo domenica 30 giugno a Bologna una grande assemblea, una giornata per stare insieme e discutere dei prossimi passi da fare: quando torneremo in piazza saremo molti di più e molto più forti. Dove? In via Paolo Fabbri 110 a Bologna (VAG61), vicino al ponte di San Donato: vedi mappa.

Coordinamento Migranti

Nel video, alcuni estratti dall’assemblea del Coordinamento dello Scorso 19 maggio a San Giuliano Milanese

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