Anche in questi giorni i lavoratori migranti della Granarolo hanno protestato davanti allo stabilimento contro i licenziamenti arbitrari messi in atto dall’azienda. Sabato saranno in piazza per manifestare anche contro l’attacco al diritto di sciopero. Non sorprende che i padroni facciano ricorso allo strumento che ha permesso loro di costruire il sistema di sfruttamento nelle cooperative impiegando una forza lavoro quasi interamente di migranti: il ricatto del permesso di soggiorno. I padroni sanno benissimo che per i migranti il licenziamento e l’assenza di salario significano mettere a rischio anche i documenti e su questo fanno leva per mantenere quel sistema.
I migranti però hanno mostrato in questi mesi che non ci stanno: continuando
la lotta sui posti di lavoro, con gli scioperi il 22 marzo e il 15 maggio, e facendo un passo avanti manifestando il 23 marzo a Bologna proprio contro la legge Bossi-Fini. Il percorso di lotta e organizzazione andrà avanti nelle prossime settimane. Solo così quel sistema di sfruttamento, che funziona dentro e fuori la logistica e colpisce tutti i lavoratori, migranti e non, potrà davvero essere smontato.
Basta sfruttamento, basta Bossi-Fini! Ora è il momento!