Ieri notte Muhammad Nazam, un lavoratore migrante di Yoox di 33 anni, è morto sulla strada per l’Interporto di Bologna mentre guidava per iniziare il turno delle 5.30 nel magazzino. Abbiamo conosciuto Muhammad durante lo sciopero delle lavoratrici di Yoox per chiedere a LisGroup il turno centrale. Muhammad aveva partecipato a quella lotta con la consapevolezza che quello delle lavoratrici era uno sciopero per le condizioni di vita e di lavoro di tutte e tutti. Anche lui aveva richiesto il turno centrale per problemi di salute. Alla fine Muhammad è morto mentre andava a lavorare in uno di quei turni che i padroni non hanno mai voluto togliergli, pochi giorni dopo la sentenza del Tribunale di Bologna che ha accusato LisGroup di condotta discriminatoria e ha riconosciuto alle lavoratrici il diritto al turno centrale. Della vittoria finalmente conquistata assieme alle sue compagne non potrà godere.
Dopo molti altri, Muhammad è l’ultima vittima di una lunga serie di incidenti sulla strada della morte che conduce allo sfruttamento nella grande fabbrica dell’interporto. Prima e dopo lo sciopero di SDA di dicembre abbiamo chiesto in tutti i modi di mettere in sicurezza quella strada e di garantire trasporti e collegamenti anche durante le ore notturne, in modo che i migranti non la debbano percorrere a piedi, in bicicletta o in monopattino mettendo a rischio la vita. Diversamente dal sindaco Matteo Lepore non crediamo che i padroni della logistica si atterrano mai a un qualche codice etico. Se non ci saranno subito interventi concreti, anche le belle parole che il sindaco di Bologna ha pronunciato al funerale di Sekou Diallo, morto investito meno di un mese fa mentre tornava da lavoro, suoneranno lugubri e vuote.