Questa rivista raccoglie contributi di migranti e attivisti coinvolti nelle lotte per la mobilità e la libertà di movimento in diverse regioni e paesi integrati nel regime europeo di confine. I testi descrivono e mettono in discussione la situazione in Grecia e nell’Egeo, le relazioni Turchia-UE, il ruolo delle guerre nello sfollamento dei curdi, le lotte e le violenze lungo la rotta balcanica, le dinamiche e i protagonisti della nuova rotta bielorussa, le politiche anti-immigrati e le varie forme di lotta in Spagna, le condizioni del lavoro migrante e le lotte dei richiedenti asilo in Italia, e il movimento dei senza documenti che da anni si organizza in Francia. La pandemia ha influenzato in diversi modi la vita dei migranti, e le misure di contenimento hanno avuto un impatto anche sui passaggi di frontiera, fornendo una scusa per rafforzare i controlli contro i migranti. Tuttavia, i movimenti dei migranti non si sono fermati e gli articoli inclusi in questa rivista illustrano un terreno di confronto e di lotta che è tanto frammentato quanto attraversato da dinamiche comuni. L’obiettivo di questa rivista è quindi quello di sollevare la questione di come cogliere le connessioni tra i diversi elementi che compongono questo quadro. Qual è il legame tra i migranti bloccati in una foresta bielorussa e quelli che manifestano nelle strade di Parigi? Qual è il legame tra i richiedenti asilo bloccati in Grecia e quelli che lottano contro lo sfruttamento in un centro logistico in Italia? Che relazione c’è tra gli uomini e le donne che, in mezzo al peggioramento del clima invernale, cercano di raggiungere l’UE attraverso i Balcani e i migranti che resistono al razzismo istituzionale in Spagna? Pensiamo che debbano essere considerati due elementi: primo, tutte queste situazioni si verificano in paesi o regioni che sono direttamente coinvolti nel tentativo dell’UE e dei suoi stati membri di regolare e governare la mobilità decidendo chi può entrare nell’UE. In secondo luogo, in tutte queste situazioni i migranti non sono semplici oggetti del suddetto tentativo, ma sono al contrario i soggetti di un movimento transnazionale che lotta per la sua libertà di muoversi attraverso le frontiere e cercare una vita migliore, libera da violenze, minacce e sfruttamento.
Per quanto riguarda il primo elemento, discutere le connessioni tra la situazione alle frontiere dell’UE e le condizioni dei migranti nei diversi stati membri permette di capire come le politiche di frontiera e migratorie non abbiano solamente lo scopo di tenere fuori i migranti indesiderati, ma siano anche strumenti per determinare in quali condizioni i migranti devono vivere dentro e fuori l’Europa. La violenza alla frontiera è lo specchio della violenza dello sfruttamento all’interno dei luoghi di lavoro e viceversa: da un lato, i lavoratori migranti sono ricattati dal razzismo istituzionale e dal legame tra permessi di soggiorno e lavoro, che costituiscono una caratteristica comune delle politiche migratorie in tutti i paesi; dall’altro, i migranti alla frontiera sono trattati con violenza disumana perché considerati come forza lavoro usa e getta, senza alcun diritto. Allo stesso tempo, il coinvolgimento di paesi come la Turchia, il Marocco o la Libia mostra come il regime delle frontiere europee sia ormai integrato in un tentativo più ampio di limitare l’autonomia e la possibilità di movimento dei migranti. Tuttavia, il secondo elemento chiaramente presente in questi articoli, quello delle lotte dei migranti, mostra che i migranti stanno sfidando questo sistema in tutte le sue manifestazioni: la questione in gioco è come articolare discorsi e iniziative politiche coordinate che siano all’altezza di questa sfida. Per farlo, abbiamo bisogno di ribaltare alcuni assunti comuni riguardo ai migranti e alla migrazione: il contributo che discute la situazione Bielorussia-UE e quello dall’Italia sono entrambi rilevanti a questo proposito. Il primo discute l’auto-organizzazione dei rifugiati che in numero molto elevato cercano di raggiungere la Bielorussia nel tentativo di avvicinarsi ai confini dell’UE, mettendo così in discussione qualsiasi identificazione dei migranti bloccati al confine come semplici vittime di giochi geopolitici. Il secondo mostra come, oltre al limite dei sistemi di accoglienza per i rifugiati, i richiedenti asilo sono oggi parte di una forza lavoro transnazionale e spesso portano avanti importanti lotte all’interno dei luoghi di lavoro. Dall’altro lato, i contributi dai Balcani, dalla Francia e dalla Spagna mostrano le diverse forme di solidarietà e di lotta: nei Balcani attivisti e migranti si organizzano insieme per mantenere viva la rotta verso l’Europa; in Francia e in Spagna, oltre alle mobilitazioni locali, i coordinamenti nazionali dei migranti portano in piazza migliaia di persone, e si scontrano non solo con il razzismo istituzionale quotidiano, ma anche con l’avanzata della destra e il silenzio del governo.
Nel complesso, questa rivista racconta uno scontro sulla mobilità che vede i migranti combattere le diverse forme di razzismo istituzionale e di violenza alle frontiere che sono i pilastri del tentativo di arginare e governare le migrazioni dentro e intorno all’Europa. E mostra anche le lotte messe in atto dai migranti in diversi contesti. Pensiamo che queste lotte debbano essere sostenute: dall’attivismo alla frontiera fino ai gruppi di solidarietà, tutto ciò che può sostenere i migranti nei loro sforzi quotidiani deve essere continuato. Tuttavia, pensiamo anche che ci sia bisogno di qualcosa in più: abbiamo bisogno di rafforzare la nostra capacità di agire insieme e di portare avanti rivendicazioni collettive che siano in grado di allargare e rafforzare collettivamente le lotte dei migranti al di là della specificità di una singola lotta. Dobbiamo far sentire le rivendicazioni dei migranti in ogni lotta, come quella delle donne e delle persone LGBTQI che lottano contro la violenza maschile. Da diversi mesi stiamo rivendicando un permesso di soggiorno europeo senza condizioni per tutti i migranti. Ma sappiamo che per raggiungere questi obiettivi comuni abbiamo bisogno di rafforzare la nostra comunicazione transnazionale e di elaborare punti di vista comuni. Come Coordinamento Transnazionale dei Migranti continueremo a perseguire questo obiettivo e promuoveremo assemblee transnazionali per discutere insieme.
Scarica e leggi il giornale del TMC a questo link: https://www.coordinamentomigranti.org/wp-content/uploads/2022/01/Copia-di-Copia-di-TMC-2021-2.pdf
English / Français: https://www.transnational-strike.info/2021/12/27/transnational-migrants-coordination-journal-december-2021/