di TRANSNATIONAL MIGRANTS COORDINATION
– English & Français: https://www.transnational-strike.info/2021/11/02/we-stand-with-the-struggling-refugees-in-libya/
Noi uomini e donne migranti del Coordinamento Transnazionale dei Migranti (TMC) esprimiamo il nostro sostegno alla lotta dei rifugiati in Libia. Nell’ultimo mese, quasi 3.000 rifugiati a Tripoli – stanchi di torture, stupri, detenzioni arbitrarie, sfruttamento, minacce e violenze – si sono auto-organizzati e hanno creato un’assemblea permanente chiamata “Refugees in Lybia” davanti alla sede dell’UNHCR, con un gruppo di coordinamento per prendere decisioni e far sentire la loro voce davanti alle istituzioni e ai media. Almeno 300 di loro sono donne, e alcune di loro sono incinte. Si tratta dei migranti sfuggiti a quella che il ministero dell’Interno libico ha chiamato “operazione sicurezza”, un rastrellamento indiscriminato avvenuto il 2 ottobre a Gargadesh, uno dei quartieri più poveri di Tripoli, e che ha portato alla detenzione, nel centro Ghout al-Shaal, di più di 5.000 persone, accusate di violazione della legge sull’immigrazione, traffico di droga e prostituzione. Durante il raid, sei persone sono state uccise e altre sono scomparse.
Questi uomini e donne migranti hanno alzato la voce per denunciare le violenze, gli omicidi e gli stupri subiti da coloro che vengono portati nei centri di detenzione dopo essere stati intercettati dalla stessa guardia costiera libica che l’Italia, con il suo Memorandum, ha deciso di finanziare per frenare l’arrivo dei richiedenti asilo sulle proprie coste. Il paese che l’Europa considera sicuro è un paese che non ha nemmeno firmato la Convenzione di Ginevra sui rifugiati e che li usa come merce di scambio per ottenere soldi dall’Ue: finora ha ottenuto 150 milioni dal governo italiano, e dall’Europa 91,4 milioni per la guardia costiera e 134,7 per migliorare le condizioni dei migranti.
Tutto questo accade perché i paesi europei vogliono esternalizzare le violenze più estreme contro i migranti in Libia, per minacciarli e impedire loro di raggiungere l’Europa al di fuori di schemi formali di reclutamento. I risultati di queste politiche sono chiari: migliaia di morti nel Mediterraneo. I migranti però non stanno accettando questa violenza in silenzio e stanno alzando la voce per pretendere di non essere trattati peggio degli animali. Il TMC vuole che la loro voce sia ascoltata e si schiera con la loro lotta: questa è la lotta di tutti i migranti. Molti di noi sono passati attraverso la Libia prima di raggiungere i paesi europei o altri luoghi. Molti altri hanno attraversato le frontiere in situazioni altrettanto pericolose e violente, attraverso i Balcani o altri percorsi. Ciò che vogliamo è che i rifugiati in lotta in Libia dispongano della libertà di movimento per lasciare i campi e il paese, che tutti i migranti che raggiungono l’Europa possano avere un permesso di soggiorno europeo senza condizioni! Come dicono i nostri compagni della Libia: i migranti e le migranti hanno il diritto di vivere, di sentirsi sicuri, di essere liberi!