Si è chiuso ieri, attorno a mezzogiorno, il blocco del Centro Mattei da parte di un centinaio di migranti ospiti nella struttura e appoggiati dal Coordinamento Migranti Bologna. Un blocco che ha impedito agli operatori di entrare già dalle prime ore della mattinata. Una forzatura decisa nei giorni scorsi dai migranti non più disposti a restare in silenzio davanti alle inaccettabili condizioni di vita, di igiene, di salute a cui sono destinati.
Dopo la lettera pubblica inviata la scorsa settimana alle istituzioni competenti (Questura e Prefettura di Bologna), al Comune di Bologna e alle cooperative che gestiscono la struttura (Arca di Noè e Opengroup) e davanti all’assenza di risposte oggi in tantissimi hanno deciso di uscire fuori e di gridare forte a tutta la città che non sono più disposti a vivere “Rinchiusi e Sfruttati” come recitava lo striscione che hanno appeso sui muri del centro. Non sono più disposti a vivere in attesa di un permesso di soggiorno che non arriva mai, non sono più disposti a dover rischiare la salute per il covid o per le cure mediche che non ricevono, non sono più disposti a esser presi in giro con promesse che non vengono mai mantenute, non sono più disposti a restare in silenzio di fronte al razzismo che li ritiene essenziali solo quando si spaccano la schiena nei magazzini dell’Interporto per due soldi e con contratti brevissimi.
Ieri, tutti hanno potuto vedere come si vive nel Centro Mattei! Tutti hanno potuto vedere il desiderio di libertà e la determinazione dei migranti. Ora pretendiamo che sia istituito rapidamente un tavolo con Prefettura, Questura, Comune di Bologna e le cooperative che gestiscono il centro in cui portare le nostre rivendicazioni. Se la risposta sarà ancora una volta il silenzio, o tarderà ad arrivare, le proteste continueranno e si moltiplicheranno.