I recenti fatti di Macerata sono la punta dell’iceberg di un razzismo e di un terrorismo contro i e le migranti che abbiamo già visto all’opera con gli spari a salve di fronte all’hub di Via Mattei. Un razzismo che viene costruito e riprodotto quotidianamente e democraticamente dalle leggi sulla migrazione, dalle direttive europee, dalle malepratiche delle questure locali, dalla precarizzazione del lavoro e del permesso di soggiorno. La maggior parte dei migranti che riescono a superare il confine si ritrovano oggi nel labirinto amministrativo creato attorno al sistema dell’accoglienza. A dispetto di tutti i proclami dell’UE per un diritto d’asilo europeo, si riafferma sul piano locale la più totale arbitrarietà, mentre le nuove regole europee puntano al restringimento della protezione internazionale.
Paura, insicurezza, clandestinità. Sono le parole che descrivono la vita delle e dei migranti in Italia. Una condizione prodotta e riprodotta dalle Questure e dalle Prefetture. Una menzione speciale meritano però la Questura e Prefettura di Bologna. È merito del loro razzismo istituzionale se le e i richiedenti asilo vagano per più di un anno tra centri di accoglienza, piazze e parchi della città prima di essere ascoltati dalle commissioni territoriali. È merito loro se, nella lunga attesa, si ritrovano in mano documenti “precari” con cui non possono neanche lavorare, nonostante per legge abbiano diritto a un permesso di soggiorno e alla possibilità di lavorare dopo due mesi. Ma a Questura e Prefettura va bene così. Preferiscono sfinire i migranti nell’attesa forzata dell’accoglienza, lasciarli nell’insicurezza di chi li sfrutta in nero ai banchi dei commercianti alla Piazzola per 2 euro all’ora e nell’ortofrutta, per poi consegnargli un diniego e la condanna alla clandestinità. Per questo, insieme all’Associazione Senegalese di Bologna, alla Diaspora Ivoriana dell’Emilia-Romagna, abbiamo deciso di iniziare una campagna di denunce contro il razzismo istituzionale che pervade il sistema dell’accoglienza e gli effetti concreti che ha sulla vita delle e dei migranti e di tutti. Stay tuned!
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