Ieri pomeriggio i migranti e le migranti di Modena si sono riuniti in assemblea per discutere di come organizzarsi e proseguire la mobilitazione dopo la conferenza stampa di venerdì scorso, quando avevamo denunciato l’intenzione del Comune di sgomberare la tribuna del Parco Novi Sad dove attualmente dormono, in condizioni di fortuna, decine di loro con i loro effetti personali. Dopo la conferenza stampa il Comune di Modena ci ha convocato, annunciando che non procederà con lo sgombero né della tribuna del parco, né di altri luoghi che i migranti utilizzano per dormire. È una notizia positiva, ma rimane la necessità di trovare una soluzione rapida per i tanti migranti che non riescono a trovare un posto dove vivere.
Al Comune abbiamo elencato i tanti problemi che portano centinaia di migranti a vivere per strada. Innanzitutto, il razzismo dei proprietari di casa che non affittano una stanza a chi ha la pelle nera neanche con garanzie economiche e contratti a tempo indeterminato. Molti di quelli che dormono sotto la tribuna del Parco Novi Sad sono in questa situazione. Inoltre, i prezzi del mercato immobiliare sono alle stelle, e le caparre in una città come Modena non sono alla portata di lavoratori e lavoratrici migranti, costretti a vivere con salari da fame e sotto il ricatto del permesso di soggiorno.
Il Comune di Modena ha promesso di risolvere questa situazione, ma ha fatto riferimento soltanto alla possibilità di accedere in futuro alle case popolari o ad attendere i progetti di riqualificazione urbana. Per i migranti che vivono per le strade e nei parchi queste promesse non sono sufficienti, perché rischiano di lasciare le cose come sono. C’è invece un’urgenza immediata alla quale le istituzioni sono chiamate a rispondere: per chi dorme in strada serve una casa subito. Non intendiamo accettare proposte incerte che di fatto lasciano decine di migranti, che nella maggior parte dei casi lavorano tutto il giorno, per strada in condizioni di fortuna. Per questo i migranti di Modena continueranno a far sentire la loro voce contro il razzismo delle istituzioni, dei padroni e dei proprietari di casa.