Quale accoglienza senza permessi? Parlano i migranti dei Cas dell’Emilia- Romagna

La Prefettura ci ha trasferiti e l’Assemblea dei migranti del Mattei si è moltiplicata! Non solo a Bologna ma a Modena come a Parma, a Rimini come a Forlì e a Piacenza i migranti si stanno organizzando per lottare contro l’accoglienza che ricevono e per avere subito un permesso di soggiorno. Questa è una campagna di denuncia in cui si descrivono i principali problemi dei permessi e delle strutture in ciascuna città.

Quel accueil sans permis ? Les migrants du Cas Émilie-Romagne parlentLa Préfecture nous a émus et l’Assemblée des Migrants Mattei s’est multipliée ! Non seulement à Bologna mais à Modena, Prma, Rimini, Forlì et Piacenza, les migrants s’organisent pour lutter contre l’accueil qui leur est réservé et pour obtenir immédiatement un permis de séjour. Il s’agit d’une campagne de dénonciation décrivant les principaux problèmes de permis et d’aménagements dans chaque ville.

What reception without permits? The migrants from the Emilia-Romagna Cas speak outThe Prefecture moved us, but the Mattei Migrants Assembly has multiplied! Not only in Bologna but in Modena, Parma, Rimini, Forlì and in Piacenza, migrants are organizing to fight against the reception they received and to obtain a residence permit immediately. This is a denunciation campaign to describe the main problems of permits and facilities in each city.

ph. Stella Chirdo

MODENA

il nostro tempo vale! Impronte subito!

Dopo mesi al Mattei, siamo stati trasferiti a Modena senza alcun preavviso. Siamo stati temporaneamente ospitati in un albergo fino alla settimana scorsa, e ora siamo in appartamento. Siamo circa 40 migranti, con 8 persone in ogni camera. Continuano a tenerci qui e a spostarci senza comunicarci nulla, per settimane non abbiamo conosciuto neanche un operatore della struttura dove siamo. Al momento, non abbiamo ancora fatto le impronte per avviare la richiesta di permesso ma il peggio è questo: gli operatori ci hanno detto che i tre mesi trascorsi a Bologna al Cas Mattei non contano nulla. Le pratiche e le attese per avere i nostri documenti ripartono da zero. Questa situazione è diventata insopportabile e lotteremo da subito per cambiarla!

BOLOGNA

Chi crede alle promesse di questura e prefettura?

Dopo una serie di manifestazioni dell’Assemblea dei migranti al Mattei, molti migranti hanno preso le impronte in questura e avviato le procedure di richiesta d’asilo. Per altri invece la situazione non è cambiata e sembra che le procedure si siano fermate. Per molti di quelli che hanno preso le impronte, poi, i prossimi appuntamenti per formalizzare la richiesta ed avere il primo documento sono tra quattro mesi. Cosa dobbiamo fare nel frattempo senza poter né lavorare, né cercare una casa, né accedere a nessun servizio?  Inoltre, la situazione all’interno del centro Mattei rimane grave. Il riscaldamento non funziona; quando cercano di accenderlo, salta la luce. Questo significa che siamo tutti al freddo. Siamo stati trasferiti in spazi ancora più piccoli e sovraffollati. Quando piove l’acqua entra nei container e nelle tende dove ci sono i nostri letti. Nel campo ci sono solo due docce funzionanti, che sono comunque intasate. Quando ci laviamo, l’acqua sale fino ai polpacci. Quando abbiamo bisogno di cure mediche, nessuno ci aiuta. Fissano appuntamenti con i medici e poi ci lasciano soli senza la possibilità di raggiungerli. La scuola di italiano continua a essere carente, e riusciamo al massimo a fare due lezioni alla settimana. In tutto questo, prefettura e questura non sanno far altro che trovare scuse per giustificarsi, sono solo capaci di promesse per chi ci crede. Noi no e continueremo a prendere parola contro il loro razzismo istituzionale.

FORLI’

Dal pocket money alle impronte, alla scuola. Bisogna lottare per tutto.

Dopo oltre un mese al Mattei, siamo stati trasferiti al campo della Croce Rossa di Forlì. Poiché il Pocket Money continuava a non arrivare, abbiamo organizzato una protesta. La direzione del campo si è inventata la scusa che il ritardo nei pagamenti del Pocket Money era colpa dell’Unione Europea. Eppure, abbiamo vinto: alla fine il Pocket Money è arrivato subito dopo la protesta. Rimangono altri problemi, in primis quello dei documenti, che continuano a mancare, e poi c’è la questione della scuola. Gli operatori affermano che non c’è più spazio, la scuola è piena, e quindi non possiamo frequentarla. Sanno però che non rimarremo in silenzio e che torneremo a farci sentire!

PARMA

Rompiamo l’isolamento

Per il momento, noi che siamo qui non possiamo dire nulla, tranne che siamo stati trasferiti in un luogo isolato. Pensavamo che fosse una buona notizia andarcene, perché abbiamo gli appartamenti, ma in realtà è sempre la stessa situazione. Anzi, a Bologna, nonostante le condizioni precarie al Mattei, si stava persino meglio che qui. Sono in Italia da 4 mesi senza avere un documento. Nessuno di noi ha ancora fatto le impronte digitali. Ogni giorno l’unica attività è mangiare e dormire, e la scuola è pessima. Vogliamo imparare l’italiano ma facciamo lezione solo due volte a settimana e dobbiamo andare nel centro città. A Bologna avevamo più possibilità, questa situazione di isolamento è inaccettabile!

PIACENZA 

Chi fa soldi sulle nostre vite?

Appena trasferiti a Piacenza dal Mattei di Bologna, gli operatori del nuovo centro ci hanno detto: “Ora tutto si azzererà. Il tempo che avete trascorso al Mattei non conta nulla.” Molti di noi hanno passato più di tre mesi al Mattei, senza prendere le impronte per richiedere i permessi. Alcuni di noi avevano un appuntamento in questura a Bologna prima del trasferimento, ma è saltato. I mesi trascorsi al Mattei non contano veramente nulla, e siamo di nuovo qui ad aspettare. Questo è il risultato inaccettabile delle politiche di trasferimento della prefettura di Bologna. Sebbene le condizioni dell’accoglienza siano certamente migliori, siamo in appartamenti anziché in case, i problemi persistono. Il primo problema rimane quello dei documenti, non è possibile trascorrere 5 mesi in Italia senza poter fare nulla. Poi c’è la questione della scuola; ci stanno dicendo che per frequentare la scuola è necessario avere un permesso di 6 mesi. Molti di noi desiderano almeno avere lezioni per imparare un po’ di italiano. Non vediamo il Pocket Money da mesi; dicono che il primo non arriverà prima di gennaio, come è successo ai compagni che sono arrivati a giugno nella stessa struttura e hanno visto il primo Pocket Money appena qualche mese fa. Nel frattempo, dovremmo vivere con dei buoni pasto che possiamo spendere solo in un posto che vende pasta, riso e cipolle. Non possiamo accettare di non avere nemmeno quei 2,5 euro al giorno, né di non poter spendere i nostri soldi come desideriamo.  A chi conviene non distribuire i Pocket Money e dare nel frattempo dei buoni pasto che per le aziende – comprese le cooperative – hanno dei vantaggi fiscali? Chi fa soldi sulle nostre vite?

RIMINI

Non riusciranno  a respingerci!

Le condizioni di accoglienza per chi è stato trasferito da Mattei a Rimini sono nettamente migliorate. Tuttavia, il Pocket Money che ci spetta per i mesi trascorsi al Mattei continua a non arrivare. A Rimini, abbiamo preso le impronte digitali per la procedura d’asilo, e quelli di noi che provengono da paesi considerati “sicuri” sono stati convocati immediatamente dalla commissione per un “procedimento accelerato”. Sappiamo che dal mese di ottobre il governo ha avviato queste procedure accelerate per emettere rapidamente respingimenti ai migranti provenienti da zone considerate sicure. La procedura accelerata dovrebbe essere applicata solo ai migranti arrivati dopo il 1° ottobre, ma poiché le questure, in Emilia come in tutta Italia, hanno tardato a prendere le impronte, stanno trattando i migranti che sono qui da mesi come se fossero appena arrivati e quindi soggetti alla procedura accelerata. Questa procedura è l’ennesima arma amministrativa che il governo razzista ha dato in mano a prefetture e questure: non sanno nulla di dove veniamo, delle nostre lotte contro discriminazione e sfruttamento, contro violenza e guerra. Non riusciranno a respingerci, continueremo a lottare per la nostra libertà.

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MODENA

Notre temps vaut beaucoup ! Empreintes maintenant !

Après des mois chez Mattei, nous avons été transférés à Modène sans aucun avertissement. Nous étions temporairement hébergés dans un hôtel jusqu’à la semaine dernière, et maintenant nous sommes dans un appartement. Nous sommes environ 40 migrants, à raison de 8 personnes dans chaque chambre. Ils continuent de nous garder ici et de nous déplacer sans rien nous dire, depuis des semaines nous n’avons même pas rencontré d’opérateur dans l’installation où nous nous trouvons. Pour l’instant, nous n’avons pas encore pris les empreintes digitales pour lancer la demande de permis mais le pire est le suivant : les opérateurs nous ont dit que les trois mois passés à Bologne, à Cas Mattei, ne comptent pour rien. Les procédures et les attentes pour obtenir nos documents repartent de zéro. Cette situation est devenue insupportable et nous nous battrons pour la changer immédiatement !

BOLOGNA

Qui croit les promesses de la questura et du prefecteur?

Après une série de manifestations organisées par l’Assemblée des migrants à Mattei, de nombreux migrants ont vu leurs empreintes digitales relevées au poste de police et ont entamé des procédures de demande d’asile. Pour d’autres, cependant, la situation n’a pas changé et les procédures semblent s’être arrêtées. Pour beaucoup de ceux qui ont pris leurs empreintes digitales, les prochains rendez-vous pour formaliser la demande et obtenir le premier document sont donc dans quatre mois. Que faire en attendant sans pouvoir travailler, chercher un logement, accéder à des services ? Par ailleurs, la situation à l’intérieur du centre Mattei reste grave. Le chauffage ne fonctionne pas ; quand on essaie de l’allumer, les lumières s’éteignent. Cela signifie que nous sommes tous dans le froid. Nous avons été déplacés dans des espaces encore plus petits et surpeuplés. Lorsqu’il pleut, l’eau pénètre dans les conteneurs et les tentes où se trouvent nos lits. Il n’y a que deux douches en état de marche dans le camp, qui sont de toute façon bouchées. Lorsque nous nous lavons, l’eau nous monte aux mollets. Lorsque nous avons besoin de soins médicaux, personne ne nous aide. Ils prennent des rendez-vous avec des médecins et nous laissent ensuite seuls, sans moyen de les joindre. L’école italienne reste insuffisante et nous ne pouvons suivre que deux cours par semaine au maximum. Dans tout cela, la préfecture et la police ne savent que trouver des excuses pour se justifier, elles ne sont capables de faire des promesses qu’à ceux qui les croient. Ce n’est pas notre cas et nous continuerons à dénoncer leur racisme institutionnel.

FORLI’

Pocket money, empreintes, ecole. Battre pour tout!

Après plus d’un mois au centre Mattei, nous avons été transférés au camp de la Croix-Rouge à Forlì. Comme l’argent de poche n’arrivait toujours pas, nous avons organisé une manifestation. La direction du camp a inventé un prétexte, en nous disant que le retard dans le versement de l’argent de poche était dû à l’Union européenne. Toutefois, on a gagné : l’argent de poche est finalement arrivé immédiatement après la manifestation. D’autres problèmes subsistent, tout d’abord celui des papiers, qui continuent à manquer, et puis celui de l’école. Les opérateurs nous disent qu’il n’y a plus de place, que l’école est pleine et que, donc, nous ne pouvons pas y aller. Mais ils savent que nous ne nous tairons pas et que nous nous ferons entendre à nouveau !

PARMA

Rompre l’isolement

Pour l’instant, nous qui sommes ici, nous ne pouvons rien dire, si ce n’est que nous avons été déplacés dans un endroit isolé. Nous pensions que c’était une bonne nouvelle de partir, parce que nous aurions eu des appartements, mais en réalité c’est toujours la même situation. En fait, à Bologne, malgré les conditions précaires du centre Mattei, c’était mieux qu’ici. Il est quatre mois que je suis en Italie sans papiers. Aucun d’entre nous n’a encore laissé ses empreintes digitales à la police. Chaque jour, notre seule activité consiste à manger et à dormir, et l’école est très mauvaise. Nous voulons apprendre l’italien, mais nous n’avons des cours que deux fois par semaine et nous devons aller au centre-ville. À Bologne, nous avions plus de possibilités, cette situation d’isolement est inacceptable !

PIACENZA 

Qui gagne de l’argent sur nos vies?

Dès que nous avons été transférés du centre Matte de Bologne à Piacenza, les opérateurs du nouveau centre nous ont dit : « Maintenant, vous repartez de zéro. Le temps que vous avez passé à Mattei ne compte pas. » Beaucoup d’entre nous ont passé plus de trois mois au centre Mattei, sans avoir leurs empreintes digitales prises pour démarrer la demande des titres de séjour. Certains d’entre nous avaient un rendez-vous à la Questura de Bologne avant le transfert, mais ils l’ont raté à cause du déménagement. Les mois passés au centre Mattei ne comptent vraiment pas, et nous sommes en nouveau en attente. C’est le résultat inacceptable des politiques de transfert de la Préfecture de Bologne. Même si les conditions d’accueil sont certainement meilleures, car nous sommes dans des appartements et non plus dans des maisons, les problèmes persistent. Le premier problème reste celui des papiers, il n’est pas possible de passer cinq mois en Italie sans pouvoir faire quoi que ce soit. Ensuite, il y a la question de l’école ; ils nous disent que pour aller à l’école, il faut un titre de séjour de 6 mois. Beaucoup d’entre nous veulent au moins avoir des cours pour apprendre un peu d’italien. Nous n’avons pas vu l’argent de poche depuis des mois ; ils nous disent que le premier n’arrivera pas avant janvier, comme c’est passé avec nos camarades qui, après être arrivés en juin dans le même centre, ont reçu le premier argent de poche il y a seulement quelques mois. Pendant ce temps, nous devrions vivre avec des coupons alimentaires que nous ne pouvons dépenser que dans un endroit qui vend des pâtes, du riz et des oignons. Nous ne pouvons pas accepter de ne même pas avoir ces 2,5 euros par jour, ni de ne pouvoir pas dépenser notre argent comme nous le souhaitons. Qui a intérêt à ne pas distribuer l’argent de poche et à donner entre-temps des bons alimentaires qui, pour les entreprises – y compris les coopératives – ont des avantages fiscaux ? Qui gagne de l’argent sur nos vies ?

RIMINI

Ils n’arriveront pas à nous enfermer

Les conditions d’accueil des personnes transférées du Mattei à Rimini se sont nettement améliorées. Cependant, l’argent de poche auquel nous avons droit pour les mois passés au centre Mattei n’arrive toujours pas. À Rimini, la police a pris nos empreintes digitales pour la procédure d’asile, et ceux d’entre nous qui venaient de pays considérés comme « sûrs » ont été immédiatement convoqués par la commission pour une « procédure accélérée. » Nous savons que depuis le mois d’octobre, le gouvernement a entamé ces procédures accélérées afin de rejeter rapidement les migrants provenant de zones considérées comme sûres. La procédure accélérée ne devrait s’appliquer qu’aux migrants arrivés après le 1er octobre, mais comme les Questure, en Émilie comme ailleurs en Italie, ont tardé à prendre les empreintes digitales, ils traitent les migrants qui sont ici depuis des mois comme s’ils venaient d’arriver et certains parmi nous sont donc soumis à la procédure accélérée. Cette procédure est une parmi les armes administratives que le gouvernement raciste a mis entre les mains des préfectures et des questure : ils ne savent rien de nos origines, de nos luttes contre la discrimination et l’exploitation, contre la violence et la guerre. Ils n’arriveront pas à nous enfermer, et nous continuerons à lutter pour notre liberté.

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MODENA

Our time matters! Fingerprints now!

After months at the Mattei centre, we were transferred to Modena without any warning. We were temporarily hosted in a hotel until last week, and now we are in an apartment. We are around 40 migrants, with 8 people in each room. They continue to keep us here or move us without telling us anything, for weeks we haven’t even met an operator at the facility where we are. We have not yet taken fingerprints to start the permit request, but the worst is this: the operators told us that the three months spent in Bologna at Cas Mattei count for nothing. The procedures and waits to get our documents now will start from scratch. This situation has become unbearable and we will fight to change it immediately!

BOLOGNA

Who believes in the promises of the Questura and the Prefecture?

After a series of demonstrations by the Assembly of Migrants at Mattei, many migrants have had their fingerprints taken at the police station and initiated the asylum request procedures. For others, however, the situation has not changed, and it seems that the procedures have come to a halt. For many of those who have had their fingerprints taken, the next appointments to formalize the request and obtain the first document are scheduled for four months from now. What should we do in the meantime without being able to work, look for a house, or access any services? Furthermore, the situation inside the Mattei centre remains serious. The heating does not work; when they try to turn it on, the power goes out. This means that we are all in the cold. We have been transferred to even smaller and more overcrowded spaces. When it rains, water enters the containers and tents where our beds are. In the camp, there are only two functioning showers, which are still clogged. When we wash, the water rises to our calves. When we need medical care, no one helps us. They schedule appointments with doctors and then leave us alone without the possibility of reaching them. The Italian language school continues to be inadequate, and we can manage at most two lessons a week. In all of this, the prefecture and the police can do nothing but find excuses to justify themselves; they are only capable of making promises to those who believe in them. We do not, and we will continue to speak out against their institutional racism.

FORLI’

From the pocket money to the fingerprints, to the school. We must fight for all!

After over a month at the Mattei centre, we were transferred to the Red Cross camp in Forlì. Since the pocket money continued not to arrive, we organized a protest. The camp management made up the excuse that the delay in pocket money payments was the European Union’s fault. Yet, we won: ultimately, our pocket money arrived immediately after the protest. Other problems remain, primarily the issue of documents, which are still missing, and then there’s the school question. The staff claims there is no more space; the school is full, so we cannot attend. They know, however, that we will not stay silent and that we will return to make ourselves heard!

PARMA

Let’s break the isolation

For now, those of us here cannot say anything, except that we have been transferred to an isolated place. We thought it was good news to leave because we have apartments, but it’s actually the same situation. In fact, in Bologna, despite the precarious conditions at the Mattei center, things were even better than here. We have been in Italy for 4 months without having a document. None of us have done fingerprints yet. Every day, the only activity is eating and sleeping, and the school is terrible. We want to learn Italian, but we have classes only twice a week, and we have to go to the city center. In Bologna, we had more opportunities; this isolation is unacceptable!

PIACENZA 

Who profits out of our lives?

As soon as we were transferred to Piacenza from the Mattei center in Bologna, the staff at the new center told us, “Now everything will reset. The time you spent at Mattei counts for nothing.” Many of us spent more than three months at Mattei without getting fingerprinted to apply for permits. Some of us had appointments at the Bologna police station before the transfer, but they got cancelled. The months spent at Mattei really count for nothing, and we are back here waiting again. This is the unacceptable result of the transfer policies of the Bologna prefecture. Although the reception conditions are certainly better, being in apartments instead of tents and containers, problems persist. The first problem is still the documents; it’s not possible to spend 5 months in Italy without being able to do anything. Then there’s the issue of school; they’re telling us that a 6-month permit is necessary to attend school. Many of us at least want to have lessons to learn some Italian. We haven’t seen any pocket money for months; they say the first won’t arrive before January, as happened to friends who arrived in June at the same facility and saw their first pocket money only a few months ago. In the meantime, we should live with meal vouchers that we can only spend in a place that sells pasta, rice, and onions. We cannot accept not having even those 2.5 euros per day or not being able to spend our money as we wish. Who benefits from not distributing the pocket money and giving meal vouchers in the meantime, which companies – including cooperatives – have tax advantages for? Who is making money from our lives?

RIMINI

They will not manage to reject us

The reception conditions for those transferred from the Mattei center to Rimini have significantly improved. However, the pocket money owed to us for the months spent at Mattei still hasn’t arrived. In Rimini, we left our fingerprints for the asylum procedure, and those of us from countries considered “safe” were immediately summoned by the commission for an “accelerated procedure.” We know that since October, the government has initiated these accelerated procedures to quickly issue rejections to migrants from areas that are considered safe. The accelerated procedure should only apply to migrants arriving after October 1, but since the police, in Emilia-Romagna as in all of Italy, have been slow to take fingerprints, they are treating migrants who have been here for months as if they had just arrived and are therefore subject to the accelerated procedure. This procedure is another administrative weapon that the racist government has given to prefectures and police: they know nothing about where we come from, our struggles against discrimination and exploitation, violence and war. They will not manage to reject us; we will continue to fight for our freedom.

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