Strike the war, colpiamo la guerra, scioperiamo! L’Assemblea donne e il Coordinamento migranti scendono in piazza il primo maggio per partecipare allo sciopero transnazionale lanciato dall’Assemblea permanente contro la guerra del Transnational Social Strike.
Russe, ucraine, africane, italiane manifesteranno insieme per rifiutare ogni divisione imposta dai fronti della guerra, una guerra che mostra la sua brutalità patriarcale usando lo stupro come arma patriottica. Una guerra razzista che mentre lascia indietro, bloccati ai confini, torturati, esposti alla violenza migliaia di profughi neri e asiatici, spinge migliaia di profughe ucraine in Europa.
Qui con l’apparenza di un’accoglienza solidale, che garantisce un permesso di soggiorno immediato ancora oggi negato ai richiedenti asilo in fuga da guerra e povertà, le donne ucraine devono chiedere aiuto alle loro compagne ucraine che già lavorano in questo paese, in gran parte nel settore domestico e di cura. L’aiuto del governo è a dir poco ridicolo: 300 euro al mese a chi accoglie le profughe ucraine. Sono una miseria 7 euro al giorno di pocket money per le donne che invece finiscono nelle strutture di accoglienza. Una miseria che costringerà ad accettare lavori a qualsiasi condizioni per salari bassissimi. Come per i richiedenti asilo cacciati dall’accoglienza con multe assurde da pagare, anche le profughe ucraine non potranno guadagnare più di 5900 euro all’anno se non vogliono essere sbattute fuori e pagare i costi di un’accoglienza che il governo si vanta di offrire.
Per tutto questo, come profughe, donne migranti e non, faremo sentire la nostra voce, contro la guerra, contro il razzismo del permesso di soggiorno, contro lo sfruttamento che esso alimenta.
Colpire la guerra per noi significa non lasciare che ci divida, assegnandoci posizioni che non abbiamo scelto. Colpire la guerra significa scegliere di stare dalla parte di coloro che lottano per non morire e per riprenderci il nostro futuro contro il ricatto della guerra.
Colpire la guerra è scioperare dalla sua logica! Strike the war è far valere la nostra forza transnazionale, contro la violenza razzista, contro ogni nazionalismo, contro ogni patriarcato. Strike the war è un urlo di lotta per la pace e per la libertà. Come femministe e come migranti, insieme al movimento Non Una di Meno, il 1 maggio useremo tutta la nostra voce per farlo risuonare!