La condanna di Mimmo Lucano a 13 anni e 2 mesi è una enormità giuridica che mostra il livello raggiunto dal razzismo istituzionale.
Condannando Mimmo Lucano, infatti, si vuole fare terra bruciata delle tante iniziative locali che, in questi anni, in modi diversi e anche meno visibili, hanno cercato di affrontare, almeno in parte, la condizione di ricatto, precarietà e sfruttamento in cui leggi razziste, il ricatto dei documenti e il sistema di accoglienza in cui vogliono relegare i migranti.
Il messaggio politico della sentenza è fin troppo chiaro: chi sta dalla parte delle e dei migranti troverà sempre funzionari zelanti pronti ad imbastire un processo e giudici disposti ad emettere sentenze esemplari e punitive. Questa sentenza è un attacco nei confronti di chi decide di prendere la parte dei migranti e mostra la differenza tra chi, anche tra gli amministratori, si riempie la bocca di antirazzismo e chi fa della lotta dei migranti una pratica quotidiana. Il nostro messaggio deve essere chiaro: continuare a essere dalla parte dei migranti non smettendo di lottare e di opporci al razzismo istituzionale.