English & Français: https://www.transnational-strike.info/2021/06/29/1st-of-july-transnational-migrants-coordination-against-the-patriarchal-attack/
La Turchia ha deciso di ritirarsi dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, conosciuta anche come Convenzione di Istanbul. In Turchia, le organizzazioni femministe e LGBTQI+ si sono opposte con forza all’attacco di Erdogan contro la vita e la sicurezza delle donne. Il primo luglio, la data ufficiale del ritiro dalla Convenzione, in Turchia le donne e le persone LGBTQI+ hanno lanciato una giornata nazionale di lotta per mostrare che sono determinate a rispondere a questo attacco. Infatti, questo ritiro dalla Convenzione è un chiaro messaggio verso tutte le donne, non solo in Turchia, che l’ordine sociale patriarcale deve essere sostenuto attraverso la violenza maschile, razzista e dello Stato contro donne e persone LGBTQI+.
A partire da questa mobilitazione in Turchia, il network Essential Autonomous Struggles Transnational (E.A.S.T.) ha lanciato una mobilitazione transnazionale contro la violenza maschile e patriarcale, riconoscendo la profonda connessione tra l’attacco contro le donne e il tentativo di negare o distruggere la libertà delle donne e delle persone LGBTQI+ che si sta espandendo in tutto il mondo. Il Coordinamento Transnazionale dei Migranti supporta in pieno questa mobilitazione e prenderà parte in questa lotta in diverse parti del mondo perché si tratta di una lotta contro la violenza patriarcale in tutte le sue forme.
Anche se sappiamo che la Convenzione di Istanbul come trattato non basterà a porre fine alla violenza maschile, sappiamo anche che si tratta del risultato di una lunga lotta femminista transnazionale. Grazie a queste lotte, la Convenzione di Istanbul conferisce alle donne migranti che hanno subito violenza la possibilità di domandare asilo politico. Il ritiro della Turchia è perciò una reazione politica e patriarcale che andrà a colpire le donne migranti in maniera ancor più dura.
Come Coordinamento Transnazionale delle e dei Migranti sappiamo che la violenza maschile e dello Stato è dappertutto: nelle case, nei luoghi di lavoro, nelle strade, nei campi profughi, lungo i confini dove donne e persone migranti LGBTQI+, rifugiati e richiedenti asilo la vivono ogni giorno. Le istituzioni europee che si autoproclamano come rappresentanti dei diritti civili portano avanti politiche migratorie violenti lungo i confini e nei compi profughi, oppure firmano trattati bilaterali con il Marocco, la Turchia e la Libia, chiamandoli “paesi terzi sicuri”, pagandoli inoltre per fermare e respingere i migranti, a prescindere da quanto donne sono esposte quotidianamente a stupri e violenze.
Nel frattempo, il razzismo istituzionale è norma all’interno dei confini europei. Dal momento che sono le donne migranti a fare la maggior parte dei lavori essenziali a salari da fame e con contratti precari, spesso riescono ad ottenere un permesso di soggiorno attraverso il ricongiungimento familiare, visto che diventa sempre più difficile ottenerlo attraverso i contratti precari. In questo caso, il loro permesso di soggiorno dipende dalla cittadinanza o dai documenti dei loro padri o mariti. Nel caso di una relazione violenta, le donne il cui permesso di soggiorno dipende dai documenti dei loro partner devono pensarci due volte prima di denunciare gli abusi, perché altrimenti rischiano di rimanere senza permesso di soggiorno, di perdere i propri figli o di essere rimpatriate. Contro la violenza maschile e razzista, contro lo sfruttamento e per fermare i continui attacchi verso la libertà delle donne e delle persone LGBTQI+ migranti, come Coordinamento Transnazionale delle e dei Migranti pretendiamo un permesso di soggiorno europeo illimitato e senza condizioni, slegato dal lavoro, dal reddito e dai ricongiungimenti familiari.
Scenderemo nelle piazze e nelle strade il 1 luglio per unirci alla giornata di lotta transnazionale lanciata da E.A.S.T. in supporto alle lotte delle donne e delle persone LGBTQI+ in Turchia. Vogliamo dire che gli attacchi patriarcali ovunque devono finire e che siamo pronte a lottare per la nostra libertà come migranti e come donne!