L’8 marzo, mentre le donne, le operaie, le migranti prendevano parte allo sciopero femminista globale e manifestavano in tutto il mondo, Yoox ha firmato un accordo con i tre moschettieri del sindacalismo aziendale. Hanno scelto l’8 marzo per spacciare questo accordo come una conquista per le lavoratrici, ma si tratta dell’ennesimo attacco alle donne migranti che da mesi lottano contro un’azienda che, oggi lo possiamo dire con ancora più ragione, non solo sfrutta le operaie ma lo fa attraverso un becero maschilismo e un malcelato razzismo.
Il contenuto dell’accordo si riassume facilmente: poche e mirate concessioni per le lavoratrici e lavoratori con particolari fragilità e alle madri di figlie/i con meno di un anno che potranno godere di un turno centrale straordinario. Per le donne con figlie/i tra uno e tre anni la miserabile concessione del part time. Bisogna avere un tetro maschilismo dentro per mettere delle lavoratrici, che sono nella stragrande maggioranza migranti, nella condizione di scegliere tra il salario e i figli.
Davvero la CGIL pensa che queste lavoratrici possano rinunciare a gran parte del loro salario, avendo di fronte la minaccia costante del rinnovo del permesso di soggiorno? L’8 marzo del 2021 la CGIL ha stabilito che queste donne dovranno dipendere da mariti e compagni per mantenere la soglia minima della sussistenza con un salario e mezzo. E se alcune di queste donne stanno crescendo da sole i loro figli/e, la CGIL d’accordo con la YOOX ha deciso che potranno farlo solo con mezzo salario.
Eppure le lavoratrici che in questi mesi hanno portato avanti la lotta dentro alla Yoox avevano chiesto una cosa facile da attuare: fare il turno centrale per poter portare i figli all’asilo e poter stare con loro la sera. La CGIL e i suoi confederati hanno semplicemente deciso di essere complici dell’autoritarismo dell’azienda. La Cgil punisce le sue sindacaliste ribelli e firma accordi a favore delle imprese, la Yoox isola le operaie che alzano la testa e di fronte alle loro instancabili lotte firma accordi alle loro spalle, nel timore che la lotta di alcune tenaci diventi la lotta di tutte. Un’intesa perfetta all’opera in vari posti di lavoro e che segna la linea politica della ricostruzione sulla pelle delle donne, soprattutto delle migranti. Per le lavoratrici questo accordo non vale niente. È solo l’ennesimo atto di questa vicenda che mostra l’odio verso le donne, le migranti, le madri.