Lo sciopero delle lavoratrici Yoox non riguarda solo le lavoratrici di Yoox.
Nella nostra assemblea, prima di questo sciopero, decine di donne hanno condiviso esperienze simili. È stato chiaro per tutte noi che i padroni approfittano del fatto che siamo donne, madri, migranti per sfruttarci di più, per ridurci i salari, per dividerci. Per questo le nostre compagne di Yoox che hanno organizzato lo sciopero hanno voluto che cominciasse il 25 novembre, la giornata contro la violenza maschile sulle donne. Quella violenza entra nei magazzini dell’interporto, dove Yoox impone alle madri turni impossibili e le costringe a scegliere tra licenziarsi o lavorare a qualsiasi condizione. Quella violenza entra in ogni posto di lavoro e ci obbliga ad accettare tutto quello che ci chiedono per affrontare la pandemia e curarci dell’economia, senza nessuna cura per la nostra vita, la nostra salute e il nostro futuro. Per sostenere la lotta delle lavoratrici Yoox noi vogliamo portare la nostra lotta femminista all’interporto di Bologna e lo sciopero delle lavoratrici Yoox oltre le mura dei magazzini.
Le lavoratrici Yoox lottano per avere turni che permettano loro di occuparsi dei figli. La loro vertenza deve essere sostenuta fino alla fine, ma la sua posta in gioco non riguarda solo i turni di lavoro. Noi sappiamo che lottare contro un padrone che ci sfrutta significa anche lottare contro tutti i capetti che sul lavoro ci umiliano in quanto donne o in quanto “straniere” per farci abbassare la testa. Sappiamo che stiamo lottando contro il padrone anche quando rivendichiamo la libertà di occuparci dei nostri figli e di essere madri alle nostre condizioni, non alle sue. Sappiamo che, per scioperare, dobbiamo conquistare la nostra libertà anche a casa, con i mariti che pensano che sia naturale che la sera prepariamo anche la cena, dopo aver prodotto 40 pezzi l’ora o dopo aver fatto un picchetto per dieci ore. Sappiamo che per vincere la trattativa dobbiamo riuscire a coinvolgere altre operaie, che magari non scioperano perché difendono il lavoro che serve a dare un futuro ai loro figli o rinnovare il permesso di soggiorno. E dobbiamo coinvolgere anche tutti gli altri lavoratori, che non sempre capiscono che scioperiamo come donne, però la nostra lotta riguarda tutti. Se la nostra libertà vale meno di quella degli uomini, non potremo lottare insieme contro lo sfruttamento. Se il razzismo ci fa abbassare la testa, non riusciremo a strappare ai padroni i nostri diritti.
Questo sciopero che abbiamo organizzato con la forza della nostra rabbia è la risposta che come donne e come migranti vogliamo dare allo sfruttamento maschilista e razzista. Non accetteremo che l’azienda faccia finta di nulla, non ci fermeremo di fronte al suo codardo silenzio e non lasceremo che l’indifferenza dei padroni produca la nostra invisibilità. Noi riconosciamo nello sciopero delle donne di Yoox le possibilità di una lotta che si deve allargare, perché in tutto il mondo e sempre di più, con la scusa del Covid-19, il maschilismo e il razzismo vengono usati per fare profitti sulla nostra pelle. Mai come ora le lotte sul lavoro e le battaglie sindacali devono fare i conti con il maschilismo e il razzismo. Oggi più che mai se vogliamo lottare contro la violenza maschile dobbiamo lottare contro lo sfruttamento.
Questo sciopero è essenziale perché è una lotta contro la paura e contro tutti quelli ostacoli alla nostra libertà che ogni giorno affrontiamo come donne e come migranti. Faremo sentire la nostra voce e ci metteremo la faccia come abbiamo fatto finora perché non siamo più isolate, perché la nostra rabbia è transnazionale e sappiamo che la nostra libertà si conquista organizzandoci insieme.
Né Yoox né nessuno potrà metterci a tacere. Chiamiamo tutte e tutti quelli che vogliono lottare a scendere in piazza con noi sabato 12 ore 15:3o in Piazza del Nettuno.