L. ci racconta la sua esperienza come lavoratrice all’interporto di bologna, dove il sistema di sfruttamento delle cooperative e delle aziende riproduce gerarchie razziste e patriarcali. “Ancora oggi, dopo 12 anni che lavoro lì all’interporto devo lottare per i buoni pasto, che non ci hanno mai dato. Con la scusa del coronavirus ci costringono ad orari assurdi. non possiamo accompagnare i nostri figli a scuola, non possiamo andarli a prendere. torniamo a casa alle 11 di sera. come facciamo noi madri? ci dicono che dobbiamo pagare una babysitter… ma con cosa la paghi una babysitter? Ancora nel 2020 noi donne dobbiamo lottare sia sul luogo di lavoro sia nelle nostre case e nella società. contro violenze psicologiche e fisiche.” Basta violenza sulle donne! Il 25 novembre e oltre noi donne continuiamo a lottare!
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