Con comunicazione del 17 marzo 2020 la Prefettura di Bologna ha risposto alle nostre richieste, affermando di avere predisposto “tutte le iniziative necessarie per l’applicazione delle misure di carattere igienico sanitario previste dagli strumenti normativi” e che “In tutti i centri è garantita la presenza di materiale per l’ igiene della persona, nonché la minuziosa e costante sanificazione dei locali, secondo i protocolli sanitari” ed è stata data “adeguata informazione ai migranti sui comportamenti da seguire”.
Affermazioni che non corrispondono alla realtà, in quanto:
- nel CAS Mattei, ad esempio, non risulta ad oggi essere stata effettuata alcuna sanificazione, né dotati i richiedenti asilo di mascherine e guanti monouso. Dotazione che, invece, hanno i soli lavoratori,
- gli ospiti del CAS Mattei consumano i pasti nello spazio mensa, ove non sono rispettate le distanze di sicurezza, o nelle singole camere, in cui vivono da 5 a 10 persone,
- la stessa convivenza in camere da 5 a 10 persone non garantisce oggettivamente la tutela sanitaria prevista dai provvedimenti legislativi adottati, tanto più considerando che alcuni bagni risultano non funzionanti,
- scarsa risulta anche l’informazione fornita ai richiedenti asilo ospiti in merito alla situazione sanitaria di emergenza, con la conseguenza di aumentare in loro la preoccupazione che contraddistingue chiunque,
- risulta che l’autorizzazione all’uscita dal CAS Mattei sia garantita per i soli lavoratori che svolgono attività nel Comune di Bologna, mentre a tanto non sarebbero autorizzati coloro che lavorano nella provincia.
La Prefettura nulla ha detto, inoltre, con riguardo alla richiesta di trasferimento dai CAS di media-grande dimensione in appartamenti di piccole entità, così da garantire effettivamente il diritto alla salute anche dei richiedenti asilo, al fine di garantire la salute dell’intera collettività.
Non possiamo che ribadire la gravità della situazione, che oggettivamente può indurre un’esposizione al contagio dei richiedenti asilo e, va ribadito, dell’intera collettività.
CHIEDIAMO, pertanto, che la Prefettura di Bologna:
a) individui immediatamente strutture di piccole dimensioni ove trasferire gli attuali ospiti del CAS Mattei, in modo tale da garantire loro tutte le misure di contenimento del COVID-19 previste dalla vigente normativa,
b) fornisca, nelle more, informazioni precise sulle concrete ed effettive misure approntate nei CAS ed in particolare nel CAS Mattei, al fine di evitare l’esposizione degli ospiti e dei lavoratori al contagio del COVID-19,
Le diverse associazioni assumeranno tutte le misure politiche e giuridiche necessarie di fronte a una simile risposta.
Bologna, 18 marzo 2020
Coordinamento Migranti di Bologna – ASGI (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) – Hayat onlus – Associazione Trama di terre – Associazione Bianca Guidetti Serra – Appenino Migrante – Associazione Benininesi per la fraternità – Associazione Lavoratori Marocchini in Italia – Associazione Senegalese Chaikh/Anta Diop – CARITAS Diocesana Bologna –Comunità del Sierra Leone – Comunità Gambiana di Bologna – Comunità Nigeriana di Bologna – Comunità Pakistana Bologna – Coordinamento Eritrea Democratica – Diaspora Guineana dell’Emilia-Romagna – Diaspora Ivoriana dell’Emilia-Romagna – Yérédemeton Comunità Maliana – USB Bologna
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