La questura e la gestione politica del permesso di soggiorno dei richiedenti asilo: il mercato nero per la certificazione del domicilio

Il razzismo di Salvini ha bisogno delle istituzioni per rendere ricattabili e sfruttabili donne e uomini migranti. Forte di una lunga e poco onorevole tradizione, la Questura di Bologna svolge egregiamente questo servizio attraverso comportamenti arbitrari, inadempienze e consueti ritardi.

Nello specifico, inasprendo le già rigidissime regole del decreto Salvini, la Questura impone arbitrariamente ai richiedenti asilo di fornire documenti, da parte dei padroni di casa e – se presente – di chi è titolare del contratto di affitto, che attestino il domicilio. Dove la legge parla della necessità di una semplice auto-certificazione, la Questura bolognese interviene aumentando le richieste, contribuendo così inevitabilmente alla proliferazione di un mercato nero dei documenti. L’obiettivo è spingere le e i migranti un passo più vicino alla clandestinità, e rendere più difficile la possibilità di costruirsi una vita a Bologna. Tanto più che a qualche decina di chilometri da qui, la Questura di Modena si “accontenta”, come prescrive la legge, dell’auto-certificazione. Chiediamo dunque che per avere il domicilio sia sufficiente una autocertificazione, in linea con la legge e con l’operato di altre Questure sul territorio nazionale.