L’8 marzo ci troverete in piazza per lo sciopero globale, nel movimento che lotta contro la violenza maschile sulle donne. In movimento ci siamo da tempo e lo sciopero è il nostro posto, l’unico in cui forniamo volentieri le nostre generalità: siamo le donne e gli uomini migranti in lotta per la libertà di movimento, per spezzare il comando sulla nostra mobilità, sulla nostra vita e sulla nostra libertà. Vediamo nell’appello di Non Una di Meno la possibilità di dare una dimensione collettiva e di massa alla lotta quotidiana contro lo sfruttamento del lavoro migrante prodotto dai confini e dai permessi di soggiorno, contro il razzismo democratico e quello squadrista, per un permesso di soggiorno europeo senza condizioni e per essere libere e liberi di muoverci e di restare.
L’8 marzo saremo di nuovo in piazza perché questo sciopero globale possa lasciare ancora il suo segno, perché oggi è ancora più necessario e impellente scioperare contro il razzismo istituzionale che ha preteso di ridurre la nostra libertà a merce di scambio per la campagna elettorale. Accusano gli uomini migranti di essere una minaccia per le donne, e intanto le donne migranti nel loro percorso attraverso i confini subiscono ogni violenza. Condannano i fatti di Macerata, e intanto negano il permesso di soggiorno anche alle donne violentate e torturate in Libia, perché concederlo significherebbe riconoscere la complicità del governo italiano. Dicono che rubiamo il lavoro, e intanto ci obbligano ad accettare lo sfruttamento più intenso e le molestie sul luogo di lavoro per riuscire a rinnovare il permesso di soggiorno. Il confine del permesso di soggiorno rende pienamente disponibile non solo il nostro lavoro, ma anche i nostri corpi. Che siano operaie della logistica, lavoratrici di cura o badanti dell’est-Europa, richiedenti asilo o giovani studentesse nere poco cambia: la libertà delle donne migranti è fatta dipendere da un pezzo di carta che diventa un ricatto sulla loro vita. Il razzismo istituzionale sostiene e intensifica la violenza a cui le donne sono sottoposte e le espone ancor più alla violenza maschile.
Per questo la lotta delle migranti e dei migranti è quella di Non Una di Meno! Per questo lo sciopero globale delle donne è l’occasione per scegliere da che parte stare. L’8 marzo scendiamo in piazza insieme alle donne e uomini che non ci chiedono di avere i documenti in regola, che rifiutano la violenza maschile sulle donne e sanno che essa non ha colore, né religione né nazionalità, ma si riproduce su ogni confine. Lo sciopero globale delle donne esprime la nostra rabbia migrante e insubordinata di fronte a chi pensa di poterci fermare.
Libere di muoverci, libere di restare!
#wetogether #iosciopero
Ci vediamo in piazza.