1 febbraio: Contro la voce del “padrone”, insieme ai lavoratori migranti della Granarolo!

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Da mesi prosegue la lotta dei lavoratori migranti della Granarolo e del loro sindacato SiCobas contro il mancato rispetto dell’accordo firmato a luglio. I recenti tentativi della polizia di sciogliere il presidio permanente davanti ai cancelli della Granarolo sono falliti, incontrando la stessa determinazione con la quale ogni giorno i migranti in questo paese sfidano il ricatto della precarietà e del razzismo istituzionale che il sistema delle cooperative in appalto e il regime della legge Bossi-Fini stabiliscono. A difesa di questo sistema, soprattutto in questi giorni, si è alzata da più parti la “voce del padrone”: alle cariche della polizia, e allo schieramento di forze mediatiche di Legacoop e degli industriali, che invocano un “sindacalismo responsabile”, si è aggiunto addirittura un appello bipartisan di senatori democratici e berlusconiani che invocano i ministeri competenti affinché intervengano contro i blocchi. Non poteva poi mancare la presa di posizione della Filt-CGIL, che ha accusato il sindacato SiCobas e i lavoratori migranti della logistica di creare una “guerra tra poveri” con le loro lotte e le loro vertenze.

Questo, oltre ad essere inaccettabile, è anche ridicolo: l’unica guerra è quella fatta ai poveri da parte dei colossi della cooperazione, che attraverso la precarizzazione estrema e il ricatto del permesso di soggiorno hanno guadagnato miliardi sulla pelle delle e dei migranti e precari. Un sindacalismo responsabile difende i lavoratori, e non fa come la CGIL, che in questi anni ha sempre rifiutato di scioperare contro la legge Boss-Fini, arrivando al punto di definire lo sciopero migrante del primo marzo 2010 come “sciopero etnico”. Il vero irresponsabile è chi si schiera contro i lavoratori quando rivendicano salario e diritti. Non è la lotta ma lo sfruttamento a essere “etnico”, perché si fonda su gerarchie iscritte sulle linee del colore e della provenienza.

Laddove sembrava impossibile, nel settore della logistica, le lotte dei lavoratori migranti hanno messo radicalmente in discussione gerarchie sociali, economiche e razziali su cui i padroni hanno estratto per anni profitti enormi. É una lotta cruciale non solo per tutti i migranti, ma anche per tutti i precari, operai e studenti italiani che ogni giorno fanno i conti con i ricatti della precarietà e la necessità di organizzazione politica. Per questo sabato saremo in piazza, per ribadire il nostro sostegno ai lavoratori migranti della logistica nella lotta contro sfruttamento e razzismo istituzionale.

Appuntamento sabato 1 febbraio alle ore 15 in piazza dell’Unità a Bologna.

Coordinamento Migranti, Ass. Lavoratori marocchini in Italia, Ass. Senegalese Cheikh Anta Diop, Comunità Pakistana Bologna, SIM Scuola di Italiano con migranti-XM24, Sportello medico-legale XM24, Spazio Pubblico Autogestito XM24, Lavoro Insubordinato, Circolo Anarchico “C. Berneri”, Unione Sindacale Italiana (USI-AIT), Nodo Sociale Antifascista