Contribuiamo a cosa? L’INPS promette futuro, ma ruba il presente di migranti e precari // 16 dicembre

LUNEDI’ 16 DICEMBRE ORE 10.30

APPUNTAMENTO DAVANTI ALL’INPS DI BOLOGNA

logo_inpsLunedì 16 dicembre il Coordinamento Migranti sarà davanti all’INPS di Bologna (via Gramsci 6) per chiedere ragione del perverso funzionamento di un sistema previdenziale che toglie sempre più salario dalle buste paga. A cosa contribuiamo se la precarietà significa per tutti – migranti e italiani – che le pensioni sono una promessa senza futuro? Per che cosa versiamo i contributi se la legge Bossi-Fini impedisce di ritirarli quando si perde il permesso di soggiorno o si decide di lasciare l’Italia? I migranti devono combattere contro il ricatto del permesso di soggiorno, la discrezionalità amministrativa degli Uffici Stranieri e gli accordi bilaterali tra governi per ottenere la pensione. Migranti e precari devono lottare insieme per un futuro che viene promesso mentre si ruba il presente. A cosa devono contribuire?

Oltre al danno, c’è la beffa: anche se i contributi sono sottratti direttamente dalla busta paga, molto spesso i padroni non li versano, oppure lo fanno in ritardo. Come se non bastasse, quando anche i contributi siano stati versati, l’INPS li registra spesso con notevole ritardo. Se i contributi sono versati e registrati in modo irregolare, le indennità per congedi e malattia, e anche il versamento della Cassa integrazione, diventano irregolari, incerti: una promessa senza futuro.

Ne sanno qualcosa i lavoratori migranti della Granarolo che saranno con noi davanti all’INPS: mentre l’accordo firmato con la Prefettura per il reintegro al lavoro è ancora carta straccia, la maggior parte di loro sta ancora aspettando il pagamento della Cassa integrazione. Ne sanno qualcosa tutti i lavoratori, migranti e precari: quelli che lavorano nelle cooperative di facchinaggio, di servizi sociali, educativi e sanitari; quelli del commercio, persino quelli che lavorano in vari modi nel pubblico impiego.

Coordinamento MigrantiPer i migranti, però, c’è un problema in più: invece di controllare i datori di lavoro, Questura e Ufficio Stranieri (non solo di Bologna) verificano tramite l’INPS se i contributi siano stati versati e registrati regolarmente e, quando non lo sono, bloccano il rinnovo del permesso e la concessione della carta di soggiorno. Il Coordinamento Migranti ha denunciato questa situazione un anno fa e ora una sentenza del TAR Lombardia stabilisce che, se i contributi sono irregolari, la responsabilità non può ricadere sui lavoratori migranti.

Anche per questo, lunedì 16 dicembre Il Coordinamento Migranti sarà davanti all’INPS. Manderemo un messaggio forte e chiaro alla Questura e all’INPS: non accetteremo che la situazione contributiva sia usata per rifiutare i permessi di soggiorno e “liberarsi” così di quei migranti che, in tempo di crisi, non servono più!

Coordinamento Migranti