Per due giorni consecutivi decine di lavoratori della logistica della COOP adriatica di Anzola, organizzati dal sindacato SiCobas, hanno picchettato il centro di smistamento della cooperativa, bloccando gli ingressi e le uscite dei bilici e comunicando con gli altri lavoratori all’interno. Al picchetto erano presenti anche lavoratori di altre cooperative. La protesta è scattata quando CGIL, CISL, UIL e UGL hanno sottoscritto il nuovo contratto che prevede l’inquadramento non più sotto il commercio ma nell’ambito di logistica e trasporti. Il contratto, che entrerà in vigore il primo dicembre, prevede licenziamenti, aumenti dei livelli di precarietà e l’impossibilità di fare pause prima di otto ore di lavoro.
Le stesse forme di insubordinazione che abbiamo visto a Piacenza si diffondono ora nel territorio e compaiono ad Anzola, confermando che le contraddizioni della precarizzazione, del modello Marchionne e di quello cooperativo non sono solo di un’impresa o di una città, ma rappresentano una condizione diffusa di sfruttamento del lavoro, e in particolare del lavoro migrante. Nonostante le difficoltà di quella situazione, i lavoratori non si tirano dietro davanti alla sfida dell’organizzazione e della lotta. La prospettiva che queste lotte aprono non riguarda solo la loro organizzazione sindacale ma tutti coloro che vogliano fare politica nella condizione attuale, caratterizzata da un’intensificazione della precarietà, dello sfruttamento, del razzismo istituzionale.
Al di là dell’importante verifica di quanti parteciperanno allo sciopero europeo del 14 novembre, queste lotte ci pongono di fronte al problema dell’efficacia dello sciopero, di quanto effettivamente, e in maniera non occasionale, esso riesca a incidere sulle modalità della produzione sociale. Domani mattina 14 novembre, mentre l’Europa sciopera, il picchetto di Anzola rischia di essere sgomberato dalla polizia. La forza effettiva che lo sciopero di domani riuscirà a dimostrare sarà la misura di quanto lavoro ci resta da fare e un importante sostegno per i lavoratori di Anzola.
Ascolta l’intervista a Fulvio di Giorgio (SiCobas) qui