Contro le fabbriche della precarietà

Noi, operai, migranti, operatori sociali ed educatrici,

studenti e studentesse, ricercatori e ricercatrici precarie

 Zarrak Abdelghani (Lavoratore Trans.Mec), Matteo Battistini (Ricercatore precario), Valentina Caprotti (Studentessa di Scienze della Formazione, educatrice precaria), Luca Cobbe (Ricercatore precario), Marinela Costantin (Migrante, precaria, madre), Massimo Don (Educatore precario), Enrico de Donà (assistenza informatica AUSL Bologna), Sara Farina (Assistente sociale SERT), Antonio Felice (RSU FIOM Bonfiglioli – Lippo di Calderara), Peppe Gomini (RSU Ducati Motor, Bologna), Giorgio Grappi (Ricercatore precario), Chiara Gregoris (Studentessa di Scienze della Formazione, educatrice sociale precaria), Ivan Ilisanti (RSU pubblico impiego San Giovanni in Persiceto), Dione Kadim (RSU FIOM Bonfiglioli – Calderara), Seck Maimona (Lavoratrice delle pulizie – ospedale Sant’Orsola – Bologna), Chiara Marconi (Insegnante di italiano precaria), Orlando Maviglia (RSU FIOM Motori Minarelli – Calderara di Reno), Gianpietro Montanari (RSU FIOM-CGIL Cesab-Toyota – Bologna), Brahim Nadi (Migrante e precario), Babacar Ndiaye (Migrante e precario), Salah Ourahouane (Operaio Nigelli imballaggi – Sasso Marconi), Alessio Pittarello (RSU Ceva – Lippo di Calderara), Chiara Pozzi (Studentessa Servizi Sociali, educatrice, assistente sociale precaria), Raluca Ralanu (Operaia metalmeccanica), RSU TItan Italia – Bologna, Paola Rudan (Ricercatrice precaria), Elisabetta Scigliano (Educatrice precaria), Bas Sene (Migrante e precario), Sokhna Sene (Lavoratrice servizi di ristorazione ospedale Rizzoli – Bologna), Milena Trajkovska (Studentessa, migrante, precaria)

Contro le fabbriche della precarietà

Vi chiamiamo a un’assemblea pubblica

Sabato 10 marzo alle ore 14

presso la Sala Benjamin del circolo Pavese

Via del Pratello 53 – Bologna

Oggi la precarietà è uno stato di fatto: non è un’eccezione, una questione generazionale o contrattuale, ma è la regola generale che investe tutto il lavoro, dalle cooperative alle fabbriche, dalla formazione nelle scuole e nelle università ai servizi sanitari e sociali. La crisi economica sta infatti determinando un continuo gioco al ribasso sulla nostra vita, il nostro lavoro e il nostro salario: i precarizzatori chiedono piena disponibilità alle loro esigenze, mentre diventa sempre più difficile organizzarsi e lottare dentro e contro la precarietà…continua a leggere…continua a leggere l’appello

http://fabbrichedellaprecarieta.wordpress.com/

per adesioni: controfabbricheprecarieta@gmail.com