Insieme agli uomini e alle donne eritree che lottano per la libertà!

Presidio eritreiAncora una volta questa mattina come Coordinamento Migranti e ∫connessioni precarie abbiamo sostenuto la lotta delle donne e degli uomini eritrei provenienti da tutta Europa per contestare il festival del regime dittatoriale. Dopo che ieri sera due migranti eritrei, ora ricoverati in ospedale, sono stati brutalmente aggrediti da una cricca di picchiatori del regime, la polizia di Bologna ha pensato bene di ‘dare protezione e garantire sicurezza’ ai presidianti impedendo loro di accendere il sound system e alzare la propria voce di protesta. La rabbia è cresciuta di fronte all’inaccettabile divieto ma gli uomini e le donne che lottano per la libertà sono riusciti a farsi sentire comunque, nonostante le provocazioni dei sostenitori del regime. Durante il presidio della mattina una macchina proveniente dal festival ha infatti raggiunto il presidio scattando delle foto ai presenti e investendo un ragazzo, anche lui ricoverato in ospedale, ma è stata ricacciata via con determinazione. Oltre trecento persone questa mattina hanno esposto i propri volti correndo il rischio della libertà che reclamano con forza, non solo per la giustizia e la libertà in Eritrea ma anche contro ogni limitazione della libertà di movimento e delle lotte in Europa. Il governo italiano, che siede al tavolo del regime riconoscendone la legittimità, è responsabile di questa censura non meno del comune di Bologna, che questa mattina ha pensato di mediare chiedendo che anche il sound del festival venisse spento, anziché sostenere le ragioni degli uomini e delle donne che lottano per la libertà.

Ora i manifestanti si dirigono in corteo verso Piazza Maggiore dove resteranno in presidio per fare sentire le loro ragioni a tutta la città. La vera sicurezza dei migranti che si oppongono al regime eritreo può nascere solo dalla loro libertà di parola e di lotta e dalla solidarietà concreta di quelli che sanno che ogni limitazione della libertà di movimento e del diritto di restare è una leva per l’oppressione e lo sfruttamento di tutti. Per questo invitiamo tutte e tutti a unirsi numerosi al presidio di questo pomeriggio in piazza Maggiore. La parola d’ordine è libertà!

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