Nei giorni scorsi i lavoratori delle cooperative di facchinaggio che lavorano per il magazzino Ikea di Piacenza hanno ripreso la mobilitazione contro il licenziamento arbitrario degli iscritti al sindacato SiCobas, che lottano da anni per il miglioramento delle condizioni di lavoro e dei salari. La risposta non si è fatta attendere e la polizia è intervenuta già due volte per metterli a tacere. Ancora una volta, però, questi lavoratori dimostrano di non fermarsi di fronte alle minacce, in primo luogo quella del permesso di soggiorno, usato come strumento di ricatto per costringerli ad accettare le condizioni peggiori rimanendo in silenzio. In stragrande maggioranza sono, infatti, migranti. La loro condizione è fondamentale per comprendere la loro lotta: i lavoratori migranti non lottano nonostante il permesso di soggiorno, ma perché sanno che qualsiasi peggioramento nelle condizioni di lavoro anche solo per alcuni di loro significherebbe mettere a rischio per tutti la possibilità di continuare a vivere in Italia. Per questo diciamo che la lotta dei lavoratori migranti è sempre una lotta politica contro i tentativi dei padroni di usare la legge Bossi-Fini per ricattarli. Per questo come sempre esprimiamo la massima solidarietà ai lavoratori del SiCobas in lotta. La loro insubordinazione rispetto all’uso politico del permesso di soggiorno mostra come le leggi sull’immigrazione siano utilizzate per indebolire e dividere i lavoratori, rendendoli più precari a tutto vantaggio dei padroni, si chiamino essi cooperative o grandi multinazionali come Ikea. La loro lotta parla perciò a tutti i migranti e a tutte le lavoratrici e i lavoratori.