Il governo dell’Arabia Saudita ha recentemente affermato di voler allontanare i migranti irregolari dal paese. Come in tutti gli stati del Golfo, in Arabia Saudita vivono milioni di lavoratori migranti, spesso protagonisti di proteste e lotte contro lo sfruttamento e il regime dei confini. L’annuncio del governo ha scatenato un’ondata di razzismo contro i lavoratori e lavoratrici migranti, accusati di essere criminali e rubare il lavoro. Tra i più colpiti dalle violenze, i migranti e le migranti di origine etiope stanno subendo una grave persecuzione. Pubblichiamo di seguito un’intervista realizzata con Tes, che ha partecipato al sit-in della comunità etiope di fronte all’Ambasciata saudita a Roma:
Perché oggi, 19 novembre, siete di fronte all’ambasciata saudita e che cosa sta succedendo in Arabia Saudita?
Siamo qui in più di duemila a denunciare le violenze che stanno succedendo in Arabia Saudita contro i migranti Etiopi. Stiamo urlando tutti insieme contro le violenza del governo saudita, un governo razzista e violento. In molte città del mondo oggi e nei prossimi giorni ci saranno manifestazioni e sit-in di solidarietà e di protesta. In questo momento, più di 25.000 etiopi stanno rischiando la vita a causa della repressione del governo. La repressione contro i migranti si è scatenata in maniera terribile soprattutto sulla comunità etiope. Uomini e donne vengono cercati fin dentro le case, vengono seviziati e le donne stuprate. Siamo qui in tanti e non solo a Roma perché vogliamo che le violenze si fermino e perché chiediamo che i migranti etiopi che sono incarcerati possano almeno tornare sani e salvi a casa senza essere uccisi o maltrattati nelle case e nelle carceri.
Com’è la condizione dei migranti in Arabia saudita e come è peggiorata nell’ultimo periodo?
Le leggi sull’immigrazione lì prevedono che, quando un migrante viene assunto, il padrone si prende i documenti del paese di origine. Se vuole cambiare lavoro, se non gli vanno bene le condizioni, è costretto a scappare, ma se viene preso poi subisce violenze e può essere espulso. I migranti e in particolare gli Etiopi che sono vittime di una vera e propria persecuzione subiscono un ricatto che arriva fino a mettere a rischio la loro vita, non solo la permanenza in quel paese. La condizione dei migranti è dura qui in Europa come in Arabia saudita, ma lì la violenza è molto maggiore, perché moltissimi etiopi stanno rischiano in questi momenti la vita. E qui in Italia almeno abbiamo la possibilità di dire la nostra, di lottare contro la legge Bossi-Fini come stiamo facendo tutti insieme.
Che azioni future avete in programma?
Continueremo a manifestare e a organizzare azioni di solidarietà e di protesta, qui e in tutto il mondo, anche più frequentemente se è necessario a farci sentire e a salvare delle vite in Arabia saudita.
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