Dopo settimane di lotte, è stato da pochi minuti raggiunto un accordo che risolve le questioni più urgenti per i 41 lavoratori migranti licenziati dai magazzini di Granarolo. Il rispetto di questo accordo e la sua efficacia andranno verificate nelle prossime settimane. Dai primi dettagli che emergono, tuttavia, appare chiaro come con la loro determinazione i lavoratori coinvolti sono riusciti a ottenere condizioni che riconoscono l’arbitrarietà dei provvedimenti disciplinari presi nei loro confronti, il loro diritto a ricevere il salario perduto e a trovare una nuova occupazione.
Con il protrarsi della situazione d’incertezza, i lavoratori insieme al Coordinamento Migranti avevano deciso di prendere una iniziativa politica di fronte al concreto rischio che, oltre al salario, andasse perso anche il permesso di soggiorno. A causa del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, della legge Bossi-Fini e della discrezionalità amministrativa degli uffici competenti la perdita del lavoro o del salario diventano infatti per i lavoratori migranti un rischio ancora più grande. E’ su questo ricatto che fanno leva i datori di lavoro, siano essi cooperative o meno, per costringere i lavoratori migranti ad accettare carichi di lavoro e condizioni contrattuali e salariali peggiori. La lotta dei migranti della Granarolo, insieme a quelle che coinvolgono molte altre cooperative del settore della logistica, fa paura perché rompe questo ricatto. Per i lavoratori migranti lottare contro lo sfruttamento vuol dire anche lottare contro questo ricatto.
I migranti della Granarolo, sostenuti dal sindacato SiCobas, hanno mostrato in queste settimane di rifiutare il ricatto anche dopo aver subito per rappresaglia il licenziamento, rifiutando soluzioni inaccettabili che facevano leva sul doppio ricatto del salario e del permesso di soggiorno, fino al raggiungimento dell’accordo di oggi.
Il Coordinamento Migranti continuerà a monitorare la situazione ed è pronto ad intraprendere nuove iniziative nel caso la situazione di questi lavoratori sia di nuovo messa in discussione. L’iniziativa s’inserisce nel quadro più allargato di lotta contro lo sfruttamento e il razzismo istituzionale passata per la manifestazione del 23 a Bologna e il sostegno delle lotte della logistica, che porterà il 28 settembre prossimo ad una grande manifestazione a Brescia contro la legge Bossi-Fini.